All inizio di quest’anno tutti i Consulenti SEO avranno notato delle forti fluttuazioni in SERP, la cosiddetta “google dance”.
Fluttuazioni Google Gennaio 2016
Già da fine 2015 ci aspettavamo forti cambiamenti visto che era nell’aria da tempo (ma lo è ancora) un aggiornamento che dovrebbe rendere funzionante in tempo reale l’algoritmo Penguin di Google. Vedendo i grafici di Algoroo, strumento per il monitoring delle fluttuazioni in SERP, in molti han pensato che il 10 Gennaio (ma poi anche il 17 e 18) fossero i giorni della grande svolta.
Anche noi, ovviamente, eravamo con le antenne drizzate per via di questi aggiornamenti e abbiamo monitorato con una frequenza definibile quasi “maniacale e paranoica” come si evolvevano i nostri posizionamenti.
In quei giorni abbiamo notato aggiornamenti SERP molto forti anche a distanza di poche ore: ad esempio, la mattina in top 3 per una determinata parola chiave vi erano 3 siti che al pomeriggio venivano rimpiazzati da altri 3. Per un Consulente SEO aggiornamenti continuativi a distanza di poche ore l’uno dall’altro, equivalgono a rimanere sempre “sul pezzo” cercando di raccogliere più indizi possibili sulle novità di Google, dal momento che non esiste la possibilità di prevedere con esattezza ciò che potrebbe succedere.
Per una SERP specifica che stiamo seguendo giornalmente da lungo tempo abbiamo notato come, al cambiare delle posizioni in Top 3, venivano collocati ai primi posti alcuni siti meritevoli che fino a quel giorno erano posizionati sempre nella prima pagina di Google, ma occupavano posizioni più basse.
Tra questi vi era il notissimo blog di Davide Pozzi, tagliarbe.com, che, a nostro avviso, finalmente veniva premiato con la 1a posizione per la chiave “consulenza seo”. Dopo tutte queste fluttuazioni, però, tutto tornava come prima con altri siti posizionati in prima pagina e il nostro monitorare compulsivo ci faceva sorgere sempre più domande.
In generale i dubbi principali che ci sono sorti sono stati: Come mai dopo questo aggiornamento il Sito A è primo e il Sito B che era primo è sparito? Cosa hanno di diverso? E quanti link follow ha uno? Quanti ne ha l’altro? La loro Domain Authority quale è?
Insomma come potete immaginare queste sono solo alcune di una serie di domande e ipotesi che solo un SEO potrebbe coniare in così poco tempo ipotizzando tutti gli scenari e le eventualità possibili per non farsi cogliere impreparato da possibili stravolgimenti in SERP.
Non conosco Davide Pozzi, o almeno, non lo conosco personalmente, e così pensando che anche altri Consulenti SEO italiani fossero nel mio stesso stato di paranoia ho pensato di scrivergli per sentire se anche lui stava monitorando e assistendo a questi repentini cambiamenti.
Ho trovato una persona disponibile e con un approccio alla SEO diverso dal mio che mi ha incuriosito, così ho deciso di intervistarlo.
Intervista a Davide Pozzi
#1 – Sei uno dei pionieri del Web, girovagando su Internet non è difficile trovare una tua intervista datata 1995 dove parlavi di Internet quando in Italia ancora non sapevamo cosa fosse. Dal 1995 ad oggi sono cambiate tante cose sui Motori di Ricerca e la SEO. Tu che hai un punto di vista ad ampio raggio che copre un arco di tempo di 21 anni come hai visto cambiare i motori di ricerca?
Beh, se dovessi fare una cronologia, ricordo le “Internet Yellow Pages” (ovvero le Pagine Gialle di Internet), che erano un grosso volume stampato (sì, erano di carta).
Poi ricordo Yahoo!, che era una directory curata “a mano” da 2 studenti universitari, 2 esseri umani.
Poi ci fu WebCrawler, Lycos, Infoseek, Excite, HotBot, il boom di Altavista (era velocissimo!) e quello dei meta-motori (motori che cercavano su più motori contemporaneamente).
Infine arrivò Google che se li mangiò tutti, grazie al suo minimalismo e al suo focus al 100% sulla ricerca (mentre altri erano diventati nel frattempo dei “portali”, home page dove trovavi notizie, meteo e un sacco di altre cose tranne la possibilità di cercare e trovare risorse utili).
I motori di una volta erano piuttosto “stupidi”, facili da ingannare (per chi faceva SEO). Oggi, con Google, è tutto più complesso ed i SEO devono lavorare più sui contenuti e sulla qualità che sui trucchetti (per fortuna!).
#2 – Negli ultimi giorni si parla solo di Penguin, Panda e aggiornamenti algoritmici di Google. Le SERP di mezzo mondo hanno fluttuato per un po’ e come sempre si aspetta che la polvere si depositi per conoscere vincitori e vinti e capire perché alcuni hanno vinto e alcuni hanno perso.
L’idea per la nostra intervista è nata proprio tra le SERP di Google dove, monitorando “Consulenza SEO” da anni, abbiamo visto 2-3 giorni di Google Dance dove il tuo blog si andava a posizionare in 1a posizione e diversi siti posizionati stabilmente da molto tempo in Top 3, andavano a finire in basso.
Passato questo periodo di fluttuazioni tutto è tornato come prima e in SERP per questa key troviamo siti meno autorevoli del tuo. Come leggi queste fluttuazioni e questi aggiornamenti?
Al di là dell’esempio specifico in sé, quale pensi che sarà il prossimo passo di Google come ulteriore update/miglioramento del suo servizio? A cosa rivolgerà la sua attenzione?
Quando ci sono questi scossoni, bisogna imparare a “sedersi sulle mani”, e continuare a fare il proprio lavoro come se nulla fosse successo. E’ raro che un aggiornamento di Google vada a colpire un sito di qualità: pertanto, se hai sempre lavorato bene, seguendo le linee guida di Google, lascia passare la tempesta e vedrai che, con buona probabilità, se non hai guadagnato posizioni sei rimasto stabile. Nel frattempo, continua a lavorare per migliorarti e creare qualcosa con sempre maggior valore.
A mio parere Google continuerà a guardare da un lato ai contenuti, e dall’altro ai link. Ad un livello più alto, guarderà anche alla soddisfazione dell’utente rispetto alla risorsa. Dobbiamo quindi chiederci sempre se quello che pubblichiamo risolve un problema/esigenza dell’utente, o se è stato creato solo per ingannare il motore (e magari per farci guadagnare qualche euro)…
#3 – Nella SEO aggiornamenti e cambiamenti sono all’ordine del giorno. Nulla è “assoluto”! Gli annunci di Google vengono sempre presi come “verità assoluta” ma, nella nostra esperienza con WpSEO, abbiamo imparato a mantenere quella giusta dose di scetticismo e dubbio. Come ti orienti tra tutte le notizie, guide, ebook e quant’altro dove vengono fornite “ricette” per come fare la SEO?
Non credo alle ricette e alle “formule magiche”. Credo invece nei continui test, piccoli o grandi che siano, soprattutto sui contenuti e sulla SEO on-page.
Per quanto riguarda gli annunci di Google, dopo il sabbatico di Matt Cutts li trovo sempre meno chiari e più confusi: probabilmente sono anche gli algoritmi ad essere diventati sempre più complessi, ed è difficile per loro riuscire a spiegare in dettaglio come agiscono i vari update del motore.
#4 – In molti concordano che i prossimi anni saranno quelli dell’evoluzione dei motori di ricerca verso la semantica. Pensi anche tu che i Motori di Ricerca diventeranno abili nel comprendere il linguaggio e i testi o sei ancora a favore di argomenti più tecnici come “link building”, seo on site, etc?
Come ho avuto modo di scrivere qualche tempo fa (in questo post: http://blog.tagliaerbe.com/2015/12/computer-quantistico-google.html), “da una parte c’è un contenuto, dall’altra parte ci sono decine, centinaia, migliaia di persone profondamente diverse fra loro per interessi, cultura, capacità di comprensione.
Ecco perché Google non può dare delle risposte univoche, ed ecco perché le SERP del motore sono sempre più personalizzate (e sempre meno uguali per tutti).
Io credo quindi che questi super calcolatori vengano (e verranno) utilizzati primariamente per accelerare cose come il rilascio/ricalcolo di certi algoritmi (come Panda o Penguin), e per meglio tracciare i comportamenti degli utenti rispetto ai risultati delle pagine di ricerca.
Non credo invece che il focus sia rivolto a valutare la qualità di un contenuto, perché è un parametro che preso da solo ha ben poco senso.
#5 – Nella breve chattata prima dell’intervista hai precisato di non essere un “seo tipico” e ti definisci più un “conversionatore”. Cos’è un “conversionatore” e cosa lo differenzia da un Consulente SEO?
Lo dico e lo ripeto da anni (ultimamente qui: http://blog.tagliaerbe.com/2015/09/seo-conversioni.html): la SEO fine a se stessa, non ha alcun senso. Troppi SEO vendono ancora il posizionamento di una determinata parola chiave, e non quello che vuole in realtà il cliente: il cliente vuole vendere, fatturare, “fare conversioni”… non vuole essere al primo posto per una parola chiave che non gli porta nulla (o peggio, gli porta un sacco di visite ma zero soldi).
Ecco perché il SEO deve studiare cose come il “funnel“, deve imparare a fare A/B test, deve approfondire la user experience… deve insomma guardare più all’aumento di fatturato che può generare, che alla posizione della parola chiave sul motore.