Eccoci di nuovo a scrivere sul nostro blog dove, come sempre, cerchiamo di proporvi contenuti concreti e speriamo utili ad accrescere le vostre conoscenze ed esperienze sul mondo della Consulenza SEO.
Quello che vogliamo mostrarvi oggi è un caso di Blackhat SEO che ha portato a una Penalizzazione manuale da parte di Google ma, soprattutto, vogliamo raccontarvi come abbiamo fatto a risolvere il problema in appena 5 giorni!
Negative SEO: cos’è? Chi la fa? Perché?
Con Negative SEO si intendono tutte quelle azioni di Seo Offsite (quindi tendenzialmente attività di Link Bulding) volte a peggiorare la Reputazione di un Dominio causandone, come conseguenza, il calo dei posizionamenti.
Come spiegavo recentemente al Corso SEO Rookie Webengers:
Se ottenere link di qualità su una parola chiave ci permette di scalare la SERP, ricevere link di pessima qualità su parole chiave inutili o ancor peggio «penalizzanti» macchierà la nostra reputazione!
Questo in parole povere il concetto che sta dietro la Negative SEO ossia utilizzare gli stessi strumenti su cui operiamo quotidianamente nella nostra veste di Consulenti SEO per penalizzare volontariamente i Competitors invece di migliorare il nostro Cliente.
Ovviamente di fronte a questo genere di azioni subentrano domande sull’etica professionale ma, al di là delle proprie posizioni in merito, la Negative SEO è un problema crescente del nostro settore e, volenti o nolenti, bisogna rapportarsi ad essa.
Il perché si fa Negative SEO è abbastanza chiaro, lo scopo è quello di peggiorare un Competitor che giocando lealmente non è superabile (o non si ha il budget per farlo).
Sul “chi fa Negative SEO”, invece, la risposta non è così scontata come ci si aspetterebbe. Molti penseranno che sono gli stessi Competitors che “frustrati” dal vederci davanti a loro in SERP decidono di attivarsi in modi meno leciti per ottenere il loro scopo.
Perché questo è un caso di Blackhat SEO e non di Negative SEO?
Il caso che andremo a vedere, dopo numerosi commenti e discussioni che questo articolo ha generato sia su Facebook su Fatti di SEO sia sul post condiviso da Maurizio Ceravolo, non è classificato come caso di Negative SEO ma di Blackhat SEO.
Quale è la differenza?
Riporto un estratto della risposta di Maurizio Ceravolo dove spiega cosa è la Negative SEO:
Se mi vuoi fare negative veramente, costa.
Con il ndo cojo cojo, è facile distinguere i link buoni da quelli finti. Occorre spammare link in modo che sia difficile distinguerli da quelli buoni, per fare in modo che sembri che stai cercando di sovraottimizzare la link building.
Quando pulisci devi far fatica per capire se è buono oppure no, e magari nella pulitura levi cose buone.
È costoso, anche perchè inizialmente dai un boost al sito che vuoi attaccare. Perchè deve sembrare un attività seo.
Inoltre ho letto da qualche parte che John Mueller diceva che i recidivi vengono puniti più duramente.
Se ti hanno penalizzato perchè hai il sito poco sicuro è un conto. Se ti hanno penalizzato perché sembra che hai fatto il backhat sul tuo sito, alla seconda ci vanno giù più pesante, e quindi il tuo sito è più sensibile a nuovi attacchi fatti bene.
Però per fare una cosa del genere, ci vuole un vero esperto, e costa. Ci vuole tempo, tanto. E soldi tanti.
A quel punto non si tratta di dare 500 euro ad un indiano per far mettere 10 mila linketti ad un concorrente, quella roba si pulisce in pochi giorni come dimostra l’articolo di Paolo.
Qua ne servono 10 o 20 mila, che il 99.99% dei concorrenti non avrà mai a disposizione. Per questo dubito che in Italia ci siano molti che abbiano subito un vero negative seo attack.
Quindi per Negative SEO si intende un’azione pari alla Consulenza SEO volta, però, a peggiorare nel tempo la qualità e il ranking del sito vittima cercando di essere abili nel non far intercettare a Google o al Webmaster/Consulente SEO del sito quest’attività in sordina di degradazione della Reputazione.
Nel nostro caso, il Cliente si è ritrovato coinvolto in un attacco di link spam che, nonostante l’azione fosse stata risolta entro pochi giorni dalla segnalazione, ha portato ad inizio Ottobre ad un’Azione Manuale che ha impattato sulla visibilità dello stesso su specifiche chiavi.
Analisi dell’azione di Blackhat SEO
A livello cronologico è successo quanto segue: nel lontano Febbraio 2015 il sito era su piattaforma Joomla e nei Google Webmaster Tools ricevette una segnalazione di spam dovuto ad un componente non sicuro.
Fatti i controlli del caso e aggiornato il CMS e componenti all’ultima versione eliminammo il messaggio.
Pertanto da allora in poi, non ricevendo ulteriori notifiche da Google, abbiamo proseguito con il nostro lavoro di Consulenti SEO ottenendo ulteriori miglioramenti e senza particolari avvisaglie che potevano far pensare ad una penalizzazione.
Ad inizio Ottobre 2015 (12 Ottobre), dopo mesi di sviluppo, mettiamo on line il nuovo sito del Cliente basato su un CMS proprietario e provvediamo puntualmente ad impostare tutti i Redirect 301 dai vecchi url ai nuovi, a rigenerare le Sitemap e ad effettuare tutti gli interventi del caso quando si migra una piattaforma e cambiano gli URL
In quei giorni eravamo però impegnati nel Corso SEO Rookie Webengers e quindi dopo la messa online non abbiamo avuto modo di seguire a dovere l’evolversi della nuova release e per circa una settimana abbiamo lasciato delle Meta provvisorie che, per quanto non perfettamente ottimizzate non avrebbero dovuto impattare in modo significativo sul posizionamento. Ovviamente ci eravamo promessi di provvedere a reimpostarle tutte correttamente non appena tornati in ufficio e così il 19 Ottobre sera anche le meta Description e Title erano state correttamente ripristinate.
In questo lasso di tempo il Cliente ci aveva già segnalato un calo delle visite ma, soprattutto, delle vendite e visto che questa segnalazione arrivava in concomitanza della pubblicazione del nuovo sito il primo pensiero è andato ad eventuali problemi di natura tecnica ma non ce n’erano!
Proprio durante il Corso (16-17 Ottobre) mentre illustravamo l’utilità di alcuni strumenti per la SEO come MozCast e Algoroo avevamo notato che ad inizio mese (5 Ottobre) c’era stato un update legato ai siti con problemi di sicurezza.
Per chi se lo fosse perso a questo articolo potete trovare l’annuncio ufficiale dal blog per i Webmaster di Google dove viene indicato che l’update avrebbero impattato sul 5% delle ricerche andando a pulire le Serp dai Risultati considerati spam.
Sebbene ci eravamo promessi di andarlo a leggere con più calma (nella nostra attività non si possono lasciare indietro o trascurare questo genere di notizie) abbiamo pensato “vuoi vedere che c’è qualche collegamento?”.
Quindi siamo andati a consultare la Search Console (quella che a febbraio erano i Webmaster Tools) andando diretti nell’Analisi delle Ricerche.
Filtrando per “Impression” questo è stato il grafico che ci siamo trovati davanti agli occhi.
Questo il medesimo grafico per alcune delle parole chiave con cui il sito era meglio posizionato:
Che dite? Ci han penalizzato? Direi propri di si!
A quel punto siamo andati a controllare le Azioni Manuali e chi ci abbiamo trovato? Le vecchia segnalazione di Febbraio che si era tramutata in un’Azione Manuale dovuta a Spam.
A detta del Team Antispam di Google sul sito erano presenti contenuti spammati (commenti, guestbook, etc) che erano stati utilizzati dagli utenti per azioni massive di link verso terzi. Questo però corrispondeva a verità nel Febbraio 2015 ma a pochi giorni da tale segnalazione eravamo corsi ai ripari aggiornando e andando a verificare l’accaduto. Effettivamente su alcune pagine del componente K2 erano stati pubblicati numerosi link di dubbia provenienza e nel giro di pochi giorni provvedemmo ad eliminare i contenuti e mettere in sicurezza il sito.
Il link a cui facevano riferimento era il componente K2 di Joomla che, presumibilmente, era stato soggetto di attacchi in quel periodo per gli url con sintassi “?option=com_k2”.
C’era qualcosa che ancora non quadrava soprattutto perché l’Azione Manuale è stata imposta a Ottobre 2015 mentre il problema, che si c’era stato, risaliva a numerosi mesi prima. Prendendo spunto dal link su cui venivano segnalate azioni di spam abbiamo deciso di interpretare la segnalazione in modo diverso.
Vuoi vedere che non è il nostro link che “ha spammato” ma è lui che è stato “vittima di spam”?
Si! Andando a controllare la Search Console nell’area “Link che rimandano al tuo sito” abbiamo visto alcune “anomalie”.
- I siti che linkavano il dominio erano aumentati in maniera sensibile per un totale di 343 domini
- Tra le pagine di destinazione con più link risultavano gli stessi link che erano stati segnalati come spam (i post di K2 con url contente ?option=com_k2) e su cui Google aveva intrapreso un’Azione Manuale a Corrispondenza Parziale.
A questo punto abbiamo verificato manualmente ogni singolo dominio elencato andando a verificare ogni url che linkava la pagina vittima dell’Azione Manuale e, finalmente, tutto è diventato più chiaro. Diversi siti linkavano il nostro Cliente con post simili al seguente:
E’ evidente che non si tratta di Link building di qualità ma di Blackhat SEO!
Ma a chi è utile una Link Building del genere? O meglio? Davvero chi voleva “buttare giù” il nostro Cliente ha messo in piedi una campagna di spam dove all’interno dello stesso post/link ci infilava decine e decine di siti?
La nostra ipotesi è stata quella di uno spam generalizzato innescato dal solo fatto che la falla di K2 consentiva di farlo. Le vittime erano tutti siti che avevano K2 e quindi riteniamo che l’azione di Negative SEO si sia svolta in 2 step:
- Fase 1 – Acquisizione dei Target con sistemi automatici ossia, tramite appositi tool, individuare e farsi la lista di tutti i siti che utilizzano K2 dove era possibile inserire commenti/post con link;
- Fase 2 – Spam Automatico – Tutti i siti della lista vengono attaccati in maniera automatica creando commenti come quello allegato sopra contenente decine e decine di link ad altri siti. Probabilmente nel mucchio c’è anche un sito che “in un qualche modo” beneficerà dell’azione perché per un certo lasso di tempo si ritroverà un numero enorme di backlink provenienti da siti di vario valore.
Fine, finché il giochino sta in piedi il possibile “beneficiario” di questa dubbia attività di Link Building godrà di miglioramenti come Trust, Domain Authority e posizionamenti finché tutti i singoli siti coinvolti non sistemeranno il problema o finché Google non interviene. Nel caso specifico riteniamo che se Google ha attivato l’Azione Manuale al nostro Cliente che, in un certo senso, si è ritrovato coinvolto in questa situazione, probabilmente sarà andato già molto più pesante con l’envetuale “beneficiario”(se mai ce ne fosse uno). O almeno ce lo auguriamo!
Tornando all’Analisi, dopo queste ulteriori informazioni siamo arrivati ad interpretare quanto stava accadendo al nostro Cliente nel seguente modo:
- Google ha intercettato attività di spam sul nostro sito ma, visto che l’abbiamo risolto nel giro di breve, ha visto che altri siti avevano linkato in maniera sistematica e innaturale anche le nostre pagine, questo fin dal Febbraio 2015. La segnalazione però riportava una dicitura che poteva essere fraintesa:
“Sembra che nelle pagine di questo sito siano presenti contenuti di spam generati dagli utenti. I contenuti problematici potrebbero essere visualizzati in pagine di forum, di guestbook o in profili utente.“ - Il 5 ottobre ha fatto un cambio dell’algoritmo andando a penalizzare con Azioni Manuali quello che veniva etichettato come spam
- L’Azione Manuale è stata intrapresa con Corrispondenza Parziale probabilmente per via del fatto che non c’era poi effettivamente dello spam presente nelle pagine del nostro Cliente ma comunque a Google qualche campanello si era acceso.
- L’effetto di questa Penalizzazione si è avvertito in SERP 2 giorni dopo ossia il 7 Ottobre con un drastico calo delle impressions prevalentemente per le chiavi “not brandend”.
Questo aspetto delle chiavi “branded” o “not branded” è interessante. Infatti il sito è rimasto (e ci mancherebbe altro) posizionato in prima pagina per tutte le chiavi dove veniva esplicitamente inserito il nome del brand nella ricerca mentre è praticamente svanito per tutte le chiavi not brandend che però, ovviamente, erano quelle più redditizie in termini di conversioni.
Come togliere l’Azione Manuale di Google?
Ok, dopo tutte queste analisi abbiamo capito esattamente cosa è successo e perché ci siamo ritrovati penalizzati con un’Azione Manuale dalla sera alla mattina.
Ma cosa fare per ripristinare tutto e far togliere la penalizzazione da Google il prima possibile?
Questo di seguito è quello che abbiamo fatto noi.
1. Eliminare i link non graditi con il Disavow Tool
Una volta verificati tutti i domini che linkavano il nostro Cliente ed individuati quelli a basso trust, spammati o scaduti abbiamo creato un file .txt contenente tutti i domini e l’abbiamo sottomesso al Disavow Tools.
2. Impostare un 404 per la pagina spammata
Visto che l’url su cui veniva linkato il nostro Cliente era del tipo
http://www.dominio.com/?option=com_k2…
anche se il sito non era più su base Joomla continuava a rispondere correttamente 200. Questo perché i parametri vengono passati in GET e la nuova piattaforma del sito semplicemente ignorava la parte dei parametri tenendo per buono solo
http://www.dominio.com/
che, quindi rispondeva correttamente.
Con un file .htaccess abbiamo messo un 404 per chi interrogava ancora il sito con “com_k2” nei parametri in GET.
3. Risottomettere le pagine “incriminate” a Google
Fatti questi interventi abbiamo pensato bene di far ri-scansionare le pagine incriminate a Google utilizzando la funzione “Visualizza come Google->Invia all’Indice” così che i crawler potessero scansionare questi link e riscontrare che non vi era alcuna forma di spam così da aggiornare le informazioni in mano a Google.
4. Richiedere la Riconsiderazione a Google
Fatti questi i primi 3 step e convinti della nostra analisi e del nostro intervento abbiamo richiesto la Riconsiderazione a Google indicando nel form di richiesta che gli URL che ci segnalavano come “fonte di spam” non erano più esistenti.
A questo punto si trattava solo di aspettare e avere pazienza.
Rimozione dell’Azione Manuale di Google
Passati appena 5 giorni dai nostri interventi e dalla richiesta di Riconsiderazione a Google ci è arrivata risposta in cui ci indicavano che la richiesta era stata elaborata.
Questi di seguito le azioni intraprese con relative date. Come potete vedere il 29 Ottobre abbiamo sottomesso sia il file con i link rifiutati (Disavow Tool) sia la richiesta di Riconsiderazione e dopo 5 giorni, il 3 Novembre Google ha risposto.
Questa la risposta ricevuta:
Cosa avreste fatto voi dopo questo messaggio? Esatto, si corre a vedere se in Azioni Manuali c’è ancora il messaggio della Penalizzazione a Corrispondenza Parziale e, purtroppo, c’era ancora.
Sul momento abbiamo pensato che la richiesta era stata elaborata ma Google aveva ritenuto che fosse tutto corretto confermando l’Azione Manuale.
Ma, per fortuna, avevamo già qualche esperienza in merito ai messaggi di Google e alle loro azioni e così, con molta forza di volontà, ci siamo trattenuti dal fare qualsiasi ulteriore intervento e dopo circa 3 ore dalla notifica effettivamente l’Azione Manuale era stata rimossa.
Come sapete i dati di Search Console sono sempre in ritardo di 2 giorni quindi dobbiamo ancora verificare l’effettivo recupero delle Impressions e delle Parole Chiave not branded ma sul sito in questione avevamo attivo il Position Tracking di Semrush che ci ha dimostrato subito che la Penalizzazione era stata rimossa e stavamo recuperando le posizioni perse! Salti di 70/80 posizioni in un giorno non si vedono così spesso.
Anche quanto riportato nella voce “Link che rimandano al tuo sito” era stato aggiornato secondo il file che avevamo sottomesso con il Disavow Tools e da 343 i domini che ci linkavano sono scesi a 247.
Come proteggersi dalla Blackhat SEO?
Questo che vi abbiamo illustrato non è stato il primo caso di Blackhat SEO gestito da WpSEO e per ora possiamo dirvi che dal momento in cui si innescano questi processi è necessario monitorare con ancora più frequenza e meticolosità la Search Console ed in particolare l’area dedicata ai Link che rimandano al tuo sito in quanto, dalla nostra esperienza, nel momento in cui capita una prima volta poi eventi di spam e similari si ripeteranno nel tempo, magari con intensità diverse.
Per proteggersi purtroppo al momento abbiamo solo 2 strumenti ed entrambi sono utili solo quando il danno è stato già fatto.
La Search Console ha un ritardo fisso di 2 giorni pertanto se abbiamo ricevuto dei link malevoli lo scopriamo in ritardo. Inoltre in generale la Search Console ha dei tempi piuttosto dilatati prima di intercettare nuovi backlink in ingresso pertanto, a maggior ragione, rischiamo di scoprire il problema con settimane o addirittura mesi di ritardo.
Per questo aspetto strumenti ad hoc per l’analisi dei Backlink (ahrefs, MajesticSEO, SemRush) tornano molto comodi in quanto monitorano con più frequenza i link dei siti che gestiamo permettendoci di individuare possibili azioni di Negative SEO in tempi molto brevi.
Il secondo strumento utile e fondamentale è il Disavow Tools che una volta individuata l’azione malevola ci permette di comunicare a Google il rifiuto di quei link dandoci la possibilità di evitare che lo spam venga utilizzato per valutare la nostra Autorevolezza e Reputation.
Cosa abbiamo imparato? Riflessioni
Da questa esperienza abbiamo imparato alcune cose e/o collaudato ulteriormente alcune ipotesi su Google e la Search Console.
Le elenchiamo di seguito e speriamo siano utili a molti o, ancor meglio, che creino domande, ipotesi, supposizioni così da poterci confrontare tutti insieme per apprendere di più:
- l’update del 5 Ottobre è stato retroattivo. Non avevamo segnalazioni aperte e il messaggio di Febbraio l’avevamo cestinato dopo i dovuti controlli. Probabilmente per Google era rimasto “non risolto” e l’update che andava a colpire lo Spam non ci ha pensato su due volte e ha penalizzato anche il nostro Cliente;
- l’update di Ottobre ha impattato sul 5% delle Query. Solitamente sulle SERP italiane si vede sempre poco degli effetti di questi update mirati. Siamo rimasti stupiti dall’apprendere che in questo 5% di Query c’erano finiti anche siti italiani come il nostro Cliente.
- Blackhat SEO è un fenomeno in constante crescita. Questo non è il primo caso che gestiamo e con lo stesso WpSEO.it siamo costantemente bersagliati da nuovi link malevoli e con ancore finalizzate a indebolire la nostra autorevolezza;
- Facendo le giuste Analisi e i giusti Interventi si riesce a chiudere il problema nel giro di pochi giorni.
#1 Aggiornamento 5/11/2015 – Dopo numerosi domande, risposte, interpretazioni abbiamo deciso di aggiornare l’articolo con le giuste terminologie visto che l’uso improprio di “Negative SEO” ha generato molti commenti. Spero di aver chiarito e contestualizzato meglio il caso da noi gestito e a breve integreremo i grafici della Search Console post rimozione dell’Azione Manuale
Contenuti
- 1 Negative SEO: cos’è? Chi la fa? Perché?
- 2 Perché questo è un caso di Blackhat SEO e non di Negative SEO?
- 3 Analisi dell’azione di Blackhat SEO
- 4 Come togliere l’Azione Manuale di Google?
- 5 Rimozione dell’Azione Manuale di Google
- 6 Come proteggersi dalla Blackhat SEO?
- 7 Cosa abbiamo imparato? Riflessioni