Se continui a scrivere come 5 anni fa, rischi di diventare invisibile. Perché? Scrivere per Google non basta più. Oggi le tue pagine vengono lette e valutate prima di tutto da sistemi come ChatGPT, Gemini, Copilot. E loro non funzionano come il classico motore di ricerca.
Non stiamo parlando di fantascienza. Stiamo parlando di presente. I contenuti vengono filtrati, sintetizzati e “scelti” da modelli linguistici (o LLM) che premiano la chiarezza, la struttura logica e l’intento ben definito. La classica “ottimizzazione SEO” non basta più: serve parlare la lingua delle AI.
Perché quello che scrivi oggi forse non funziona più
Hai un blog aziendale che aggiorni da anni. Hai imparato a scrivere testi ottimizzati, keyword nel posto giusto, magari hai pure installato qualche plugin SEO. Eppure… la visibilità non cresce, le visite calano, le richieste si fanno più rare. Sì, il problema potrebbe essere proprio lì: stai ancora scrivendo per Google del passato.
Nel frattempo, il motore è cambiato. O meglio: non è più solo un motore. È diventato un modello linguistico capace di sintetizzare, interpretare, decidere cosa mostrare prima e cosa ignorare. Il contenuto che scrivi oggi viene “letto” da AI che premiano struttura, chiarezza, coerenza semantica. E se non parli la loro lingua, non ti trovano. Oppure ti leggono… e scartano.
La SEO non è morta, ma si è evoluta: o ti aggiorni, o resti tagliato fuori.
Come i nuovi motori AI leggono i contenuti
Quando scrivi un contenuto oggi, non viene più analizzato da un algoritmo che conta keyword o valuta i backlink. Viene interpretato da un modello linguistico addestrato su miliardi di testi, capace di capire (più o meno) cosa stai dicendo, a chi ti rivolgi e quanto sei utile rispetto all’intento di chi cerca.
Sistemi come ChatGPT, Perplexity o Gemini non fanno ranking tradizionale. Fanno sintesi. Leggono il tuo contenuto, lo confrontano con altri, ne valutano completezza, chiarezza, struttura… e decidono se usarlo per rispondere o no.
Se scrivi contenuti confusi, generici, pieni di frasi vuote o senza struttura, hai un problema: le AI saltano quei contenuti. Non sei più tu a scegliere quando e dove apparire, è la macchina a decidere se sei utile.
Scrivere per ChatGPT (e simili): cosa significa davvero
Scrivere per l’AI non significa “farsi scrivere i testi da ChatGPT”. Significa scrivere in modo che un modello come ChatGPT ti capisca, ti scelga e ti citi nelle sue risposte. Il punto non è usare l’intelligenza artificiale per creare, ma capire come pensano gli LLM, che oggi sono chi decide la visibilità dei contenuti.
Come scrivono i testi più performanti oggi? Hanno una struttura prevedibile, usano titoli chiari, rispondono a domande reali, evitano frasi inutilmente complicate, esplicitano gli intenti. Non si limitano a “mettere dentro” keyword, ma costruiscono contenuti leggibili per esseri umani e macchine.
In pratica, devi imparare a:
• Ragionare in blocchi logici (e non in paragrafi casuali)
• Esplicitare subito l’obiettivo del testo
• Usare markup e formattazioni utili all’AI (titoli, liste, definizioni)
• Evitare ambiguità o testo prolisso che confonde
Questo approccio si chiama SEO AI-first ed è già una realtà. E chi lo padroneggia inizia a vedere risultati concreti. Chi no… continua a pubblicare contenuti che nessuno legge.
Scrivere per l’AI: il corso operativo per scrivere contenuti SEO AI-first
Se ti occupi di contenuti, marketing o SEO e hai capito che è il momento di aggiornarti seriamente, WpSEO ha preparato un corso che non è l’ennesima teoria da slide. È un percorso pratico, sviluppato in collaborazione con il nostro partner Innowork e guidato passo a passo dal nostro CEO Paolo Dolci, pensato per farti scrivere contenuti che funzionano davvero nell’epoca dell’intelligenza artificiale.
In 4 moduli da 4 ore ciascuni, “Scrivere per l’AI” ti insegna esattamente:
• Come scrivono e scelgono i contenuti i modelli come ChatGPT, Copilot, Gemini, Perplexity…
• Come progettare un contenuto SEO-first leggibile dalle AI
• Quali errori evitare per non essere esclusi dalle risposte generate
• Come usare l’AI come assistente (e non come stampante di testi finti)
• Come fare keyword clustering, gerarchia H1-H6 e test su modelli reali
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